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Che cos’è la Crio-Pressoterapia?

LA CRIOPRESSOTERAPIA UTILIZZA IL PRINCIPIO DEL FREDDO PER CONTRIBUIRE A DIMINUIRE IL DOLORE E L’INFIAMMAZIONE molto utile nei percorsi terapeutici che parallelamente al recupero funzionale devono risolvere l’edema localizzato all’articolazione traumatizzata.

Questa tecnica combina il freddo terapeutico e la pressione pneumatica per rilassare i muscoli contratti e ridurre l’infiammazione nei tessuti circostanti.

La criopressoterapia si basa interamente sul ghiaccio in ambito terapeutico. Conosciuta anche come con il nome di “terapia del freddo”, la macchina per la criopressoterapia è basata su un meccanismo di conduzione che porta a un abbassamento generale della temperatura corporea.

L’utilizzo del ghiaccio per attenuare il dolore e l’infiammazione è in realtà assai diffuso: basti pensare all’utilizzo di impacchi freddi sulla zona lesa o dei bagni di ghiaccio.

Come funziona la criopressoterapia?

LA CRIOPRESSOTERAPIA CONTRIBUISCE A CREARE UN EFFETTO ANALGESICO E ANTINFIAMMATORIO SULLA PARTE LESA

La criopressoterapia è spesso consigliata come metodo per migliorare il recupero fisico dopo un allenamento o un infortunio poiché contribuisce a diminuire il dolore e fornisce un aiuto in più nella ripresa del corpo dopo una prestazione fisica.

Questa terapia produce un effetto analgesico a breve termine, (biologicamente abbiamo una riduzione dell’attività enzimatica metabolica con la diminuzione della richiesta di ossigeno da parte delle cellule).

L’applicazione della crioterapia riduce inoltre l’infiammazione (biologicamente abbiamo la riduzione del numero di leucociti che aderiscono alla superficie endoteliale di un capillare).

A cosa serve la criopressoterapia?

L’UTILIZZO DI UNA MACCHINA PER LA CRIOPRESSOTERAPIA FORNISCE I SEGUENTI CONTRIBUTI:

  • Induce i processi metabolici del tessuto lesionato
  • Riduce l’infiammazione
  • Aumenta l’energia di contrazione
  • Ritarda l’arrivo della fatica
  • Diminuisce il gonfiore

In generale, l’applicazione del ghiaccio sulla pelle viene spesso utilizzata per trattare i traumi e i disturbi dell’apparato muscolare e scheletrico.

La percezione del dolore diminuisce grazie all’effetto analgesico del freddo nella zona trattata proprio perché avviene un fenomeno di ipotermia a livello cutaneo, che impedisce la trasmissione degli impulsi del dolore.

Inoltre il ghiaccio è utilizzato anche per sciogliere i muscoli perché, se posti accanto a una superficie fredda, si rilassano con lo scopo di comprimere la zona lesa: in questo modo la guarigione subisce un enorme miglioramento.

Quando serve la crioterapia?

LA MACCHINA PER LA CRIOPRESSOTERAPIA HA AMPIO USO IN AMBITO FISIOTERAPICO

La macchina per la criopressoterapia è indicata nei casi di infiammazione acuta derivanti da qualunque tipo di trauma, come nel caso di lacerazioni, contusioni, distorsioni, stiramenti muscolari, mialgie, spasmi muscolari e trauma post-chirurgico:

in particolare nelle patologie di spalla e ginocchio poiché aiuta a ridurre il gonfiore e a promuovere il recupero dei tessuti danneggiati. Inoltre, può contribuire a prevenire complicazioni come la formazione di aderenze e cicatrici anomale.

La criopressoterapia garantisce un contributo in più nei casi di traumatologia entro le prime 48-72 ore dal trauma, almeno finché non compaiono i primi segni dell’infiammazione acuta.

Inoltre il freddo può essere alternato insieme all’applicazione del caldo nei casi in cui la normale circolazione è compromessa: questo metodo produce vasocostrizione e vasodilatazione, così da permettere un aumento del flusso sanguigno nella parte offesa.

In particolare la crioterapia è indicata in pazienti con:

edema post chirurgico: dopo un intervento l’edema può impiegare molto tempo a regredire e di conseguenza rallentare il percorso terapeutico e il recupero funzionale; inoltre la riabilitazione in presenza di edema mette a rischio di infiammazione.

in presenza di terapie oncologiche o entro i 5 anni dalla cura di un tumore: in questi pazienti non si possono fare terapie fisiche strumentali di biostimolazione (TECAR, LASER, ONDE D’Urto), di conseguenza per le infiammazioni articolari e per l’edema la criopressoterapia è la soluzione più adatta;

per i bambini e gli adolescenti che subiscono traumi: poiché non possono fare terapie strumentali biostimolazione (TECAR, LASER, ONDE D’Urto), in presenza di cartilagini di accrescimento, la crioterapia è la soluzione più adatta.

Quali sono le controindicazioni della criopressoterapia?

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLA CRIOPRESSOTERAPIA DEVONO ESSERE PRESI IN CONSIDERAZIONE DAL MEDICO IN DETERMINATI CASI

La terapia del freddo è una delle più utilizzate in ambito fisioterapico e medico proprio grazie alla sua sicurezza.

Tuttavia in alcuni casi può presentare alcuni effetti collaterali, tra i quali:

  • Arrossamento dell’area trattata
  • Gonfiore
  • Comparsa di bolle sierose
  • Discromie cutanee se si viene esposti subito al sole
  • Ustioni

In generale, però, viene sconsigliata alle donne in gravidanza, a chi soffre di malattie cardiovascolari, a chi è affetto dalla malattia di Raynaud e a chi è ipersensibile al freddo. In ogni caso, questi effetti collaterali durano poco e sono di lieve entità.

Quali terapie si abbinano alla criopressoterpia?

Per ottimizzare il recupero motorio con poco dolore e meno tempo, nel nostro poliambulatorio abbiniamo al primo posto l’idrokinesiterapia individuale, particolarmente negli esiti di trauma o nei casi post-operatori di patologie di spalla e ginocchio;

La terapia manuale e l’esercizio terapeutico possono fare da cornice proprio perchè l’abbinamento Idrokinesiterapia e criopressoterapia non richiedono una frequenza giornaliera (al massimo a giorni alterni) e gli esercizi terapeutici possono essere insegnati e gestiti autonomamente;  ad oggi molti sportivi ne hanno trovato molto giovamento e in particolare perchè hanno velocizzato il recupero con meno effetti collaterali (come le infiammazioni recidivanti).

Case Report:

L’atleta di pallavolo M.R. di 14 anni ha subito un trauma al menisco ma il chirurgo ortopedico non ha ritenuto opportuno operare ma di puntare alle terapie conservative.

Avendo un ginocchio gonfio (edema) al punto di non poter appoggiare il piede al suolo, ha cominciato un ciclo di crioterapia con frequenza di 5 volte la settimana, vedendo progressivamente sgonfiare il ginocchio e riprendendo la deambulazione, pur osservando il riposo dall’attività agonistica.

Parallelamente ha eseguito 2 sedute settimanali di fisioterapia (idrokinesiterapia) per evitare di perdere forza durante il riposo.

Dopo due settimane ha ripreso gli allenamenti con cautela ed ha continuato il programma di rinforzo prescritto dall’ortopedico.

Questo percorso terapeutico ha permesso all’atleta di non rimanere troppo a lungo ferma, di non distaccarsi troppo dagli allenamenti e di ritornare il prima possibile alle competizioni.

Dr. Fulvio Cavuoto
Fisioterapista